L’affido familiare è un modo per aiutare bambini e bambine, ragazzi e ragazze che hanno alle spalle una famiglia non in grado di occuparsi delle loro necessità.
La famiglia affidataria che accoglie ha l’opportunità di accompagnare il bambino nella sua crescita, garantendogli un ambiente sereno e confortevole per tutto il tempo necessario affinché i genitori possano superare le loro difficoltà.
L’affido ha due caratteristiche peculiari: è temporaneo (massimo 2 anni, prorogabili per altri 2 su indicazione del Tribunale dei Minorenni) e punta al reinserimento del bimbo nel nucleo familiare originario. Per questo motivo, per tutta la durata del progetto di affido, si mantengono i rapporti con i genitori naturali. Le persone – o la persona – che accoglie il minore non è dunque una famiglia sostitutiva ma una famiglia in più.
Il principale obiettivo dell’affido familiare è quello di contribuire alla crescita serena di un bambino. L’affido può essere consensuale, quando la famiglia di origine è d’accordo sull’avvio del progetto, oppure giudiziale, quando è stabilito dal Tribunale per i Minorenni. Le principali tipologie di affidamento familiare sono:
- Diurno: si accoglie un bambino per parte della giornata;
- Residenziale: il bambino vive stabilmente con la famiglia affidataria;
- Parziale: il bambino trascorre solo determinati giorni della settimana, o periodi di tempo prestabiliti (ad esempio le vacanze) con la famiglia affidataria.
Esistono inoltre affidi familiari di pronta accoglienza, che rispondono a situazioni di emergenza e che solitamente sono molto brevi (massimo sei mesi).
Bambini alla ricerca di un punto di riferimento
Ci sono bambini «non visti», che passano ore da soli, magari davanti alla tv, perché i genitori non hanno la possibilità di stare loro accanto. Ci sono bambini che diventano adulti troppo in fretta, condividendo pensieri e preoccupazioni dei loro genitori. Ci sono bambini che non hanno alle spalle situazioni problematiche, ma che hanno bisogno di avere altri punti di riferimento capaci di contribuire alla loro educazione e alla loro crescita. Nuove figure in grado di portarli a giocare al parco, al cinema, in vacanza o semplicemente che li facciano vivere delle esperienze nuove.
Ci sono bambini in tenera età da accompagnare nei bisogni primari, ce ne sono altri più grandi, con un carattere già in parte formato, con esigenze, bisogni e «sogni» diversi, ma che necessitano tutti di essere “visti” e riconosciuti.
L’affido familiare mette sempre il bambino al centro: è questa la prospettiva di partenza. Ma è un’esperienza che non aiuta solo i bambini: a beneficiarne è anche la sua famiglia originaria, che in questo modo viene accompagnata in un percorso di risoluzione dei problemi, del superamento degli ostacoli, per poi ripartire. L’affido dà l’occasione anche alla famiglia – o al single – affidatari di provare un’esperienza di accoglienza unica: chi prova l’affido familiare, ne esce arricchito.
Tutti i bambini sono diversi gli uni dagli altri, ma tutti sono accomunati dal bisogno di essere visti, ascoltati, accompagnati nel loro percorso di crescita. Ad ogni bambino la sua tipologia di famiglia che corrisponderà alle sue caratteristiche e necessità in modo da ottenere la chiave del successo di un percorso di affido: il cambiamento sostenibile.